Come morirono 3 milioni di tedeschi dopo
la fine della
2a. guerra mondiale
Fonte: CAFE (Canadian Association for Free
Expression), Avv.to Paul Fromm
The Telegraph, Londra
Nigel Jones riesamina: Dopo il Reich, dalla Liberazione di Vienna al Ponte Aereo
di Berlino, di Giles MacDonogh
Giles MacDonogh ama la bella vita ed è un esperto di vini e grastronomia, ma in
questo libro, inseguendo la sua altra passione: la storia della Germania, serve
un piatto che mette alla prova gli stomachi più collaudati. La sua lettura
risulta essere particolarmente sgradevole per coloro che non paragonano
favorevolmente la disastrosa occupazione dell'Iraq a quella post-bellica della
Germania e dell'Austria.
MacDonogh afferma che i mesi che seguirono il Maggio 1945 non portarono pace tra
le fumanti rovine del Reich hitleriano ma sofferenze anche maggiori rispetto
alle distruzioni belliche.
Le prime 200 pagine di questo libro coraggioso sono un resoconto quasi
insopportabile di sofferenza umana che MacDonogh documenta con estremo
equilibrio.
La sua valutazione è che ben 3 milioni di tedeschi morirono inutilmente dopo la
fine ufficiale delle ostilità.
Un milione di soldati svanirono prima che potessero far ritorno a quelle che
erano state le loro case. La maggioranza di essi morì nei campi sovietici (dei
90.000 che si arresero a Stalingrado, solo 5.000 fecero ritorno), ma molte
migliaia morirono come prigionieri degli anglo-americani.
Ammassati in recinti lungo il fiume Reno, senza ripari e pochissimo cibo,
cadevano come mosche. Altri, un pò più fortunati, sgobbarono come schiavi in un
certo numero di paesi alleati, spesso per anni. Incredibilmente, alcuni tedeschi
erano ancora tenuti prigionieri in Russia addiritttura nel 1979.
I due milioni di civili tedeschi che morirono erano per lo più vecchi, donne e
bambini, vittime di malattie, freddo, fame, suicidi e assassinii di massa.
A parte l'ormai noto stupro di ogni ragazza o donna che ebbe la sfortuna di
trovarsi nelle zone di occupazione sovietica, forse l'episodio più sconcertante
registrato da MacDonogh è lo sterminio di un quarto di milione di tedeschi dei
Sudeti da parte dei loro vendicativi compatrioti cecoslovacchi.
I sopravvissuti di questa pulizia etnica, nudi e stremati, furono cacciati oltre
il confine per non fare più ritorno alle loro case.
Scene simili furono viste in Polonia, Slesia e Prussia Orientale mentre le
comunità tedesche venivano brutalmente espulse.
Dato che questo " Olocausto minore " si stava svolgendo sotto i loro occhi, ci
si chiede perchè gli Alleati occidentali non fermarono questa ondata di morte
rivolta verso vittime innocenti.
La risposta di MacDonogh è che sarebbe potuta andare anche peggio.
Il Segretario del Tesoro americano, Henry Morgenthau, auspicava di trasformare
la Germania in un giganteso paese pastorizio ed erano in corso preparativi per
far morire di fame, sterilizzare e deportare la popolazione di quello che era
rimasto delle città bombardate.
I campi di concentramento di Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen e perfino
Auschwitz rimasero operativi ben oltre la fine della guerra ma con prigionieri
tedeschi dall'altra parte del reticolato.
Fu la Realpolitik e non un rigurgito umanitario che portò gli Alleati a cambiare
atteggiamento verso i loro ex nemici.
La paura dell'espandersi del comunismo nel cuore dell'Europa e le barbarie dei
russi, che rapirono ed uccisero centinaia di presunti loro nemici nelle zone
occidentali di Berlino e Vienna, fece presto capire all'Occidente di aver
sconfitto una potenza totalitaria per poi esserne minacciato da un'altra.
Perfino un testone mangia-crauti come il Gen. Patton fu messo da parte per aver
caldeggiato un attacco preventivo contro la Russia.
Costruire la Germania Occidentale e salvare Berlino dallo strangolamento
sovietico con ponte aereo del 1948, furono le prime battaglie della Guerra
Fredda, anche se ciò significava passare sopra il passato nazista ed arruolando
ex-nazisti nel "miracolo economico" della ricostruzione.
Sebbene MacDonogh condanna senza mezzi termini tutte le potenze occupanti, agli
inglesi viene concesso un pò più di credito. A parte un ufficiale dell'aviazione
britannica che trafugò opere d'arte ed un addetto agli interrogatori dei servizi
MI5, soprannominato "Tin Eye" Stephens, che gestiva in proprio una sala delle
torture, le mani inglesi saranno anche state sporche, ma non grondanti di
sangue.
I soldati inglesi preferivano comprare il sesso con un pacchetto di sigarette o
con calze di nylon piuttosto che usare lo stile sovietico.
MacDonogh ha scritto un libro amaro ma importante. Questa infelice storia è
stata per molto tempo relegata nell'oblio perchè il suo racconto non conveniva a
nessuno.
Non agli Alleati perchè li avrebbe collocati vicino alla morale nazista, non ai
tedeschi perchè non volevano essere accusati di riabilitare Hitler denunciando
ciò che, in tutti i modi, era un crimine.
Giles MacDonogh ha raccontato una storia scomoda.
Traduzione a cura di: Gian Franco Spotti