Adolf Hitler discorso del 3 Ottobre '41




Tenuto il 3 ottobre 1941 al Palazzo dello Sport di Berlino per l'inaugurazione dell'Opera di previdenza sociale di guerra

PROCLAMA

ai Soldati del Fronte Orientale nella notte dal 1° al 2 ottobre 1941


In questo momento mi riuscì di acquistare una quantità di alleati ,prima di tutti l'Italia, al cui Uomo di Stato mi lega una stretta ed intima amicizia

ADOLF HITLER


Camerati e camerate tedesche Se io oggi vi parlo nuovamente dopo tanti mesi,Ciò non accade per giustificarmi forse di fronte ad uno di quegli uomini di stato che poco tempo fa si meravigliavano del mio lungo silenzio. I posteri potranno un giorno riflettere e constatare che cosa sia stato più importante
in questi tre mesi e mezzo, se i discorsi del signor Churchill o le mie azioni.
Io vi parlo ora in nome dei milioni di soldati che in questo momento combattono, per invitare voi e la nazione tedesca ad aggiungere anche quest'anno a tutti
gli altri sacrifici l'opera di soccorso invernale.
Io sono venuto qui, come sempre, per inaugurare brevemente l'opera di soccorso invernale. Questa volta tuttavia fu arduo per me venire fin qui perchè in
questo momento sul nostro fronte orientale si svolge una nuova operazione che si sta rivelando in un enorme avvenimento.
Essa da 48 ore si sta svolgendo in proporzioni gigantesche ! Contribuirà a schiacciare il nemico in oriente .
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Dal 22 giugno infuria una lotta di vera decisiva importanza mondiale. Solo i posteri potranno chiaramente giudicare la mole e gli effetti di questo avvenimento.
Essi constateranno un giorno che con esso cominciò una nuova era. Ma anche questa lotta non fu voluta da me. Dal gennaio del 1933. quando la provvidenza mi
affidò il comando la guida del Reich, io ebbi soltanto uno scopo, in sostanza già contenuto nel programma del nostro Partito nazionalsocialista. Mai ho rinunziato al mio programma, non ho mai deviato da questo scopo.
In quel tempo mi sono sforzato di provocare la resurrezione di un popolo che, dopo aver perduto per colpa propria la guerra, aveva dietro di sé il crollo pìu completo della sua storia : già solo questo era un compito gigantesco ! Io mi accinsi inoltre a questo compito in un momento quando tutti gli altri vi erano falliti o non credevano più alla possibilità di realizzare un tale programma.
Ciò che siamo riusciti a fare in questi anni di lavoro pacifico è una cosa unica. Per me e per i miei collaboratori è perciò spesso addirittura un'offesa avere a che fare con quelle democratiche nullità che non possono riguardare dietro a sé una sola opera meritevole veramente grande.
Io ed i miei collaboratori non avremmo avuto bisogno di questa guerra per avere eternati i nostri nomi.
A ciò avrebbero provveduto le opere della pace ed in maniera soddisfacente. Ed inoltre noi non eravamo giunti alla fine del nostro lavoro creativo ed anzi in qualche cosa eravamo appena all'inizio. In tal modo l'azione di risanamento interno del Reich era riuscita, pur tra le circostante più gravose. Infatti in Germania dovevano esser nutriti 140 uomini per chilometro quadrato.
Per il resto del mondo ciò è più facile. Tuttavia abbiamo risolto tutti i nostri problemi! nel mentre il rimanente mondo democratico naufragava in gran parte proprio per risolvere questo problema.

Nessuna rinunzia alla libertà ed alla resurrezione I nostri scopi erano i seguenti:

primo: il consolidamento interno della nazione tedesca ;

secondo: il raggiungimento della nostra eguaglianza di diritti nei confronti dell'estero, e terzo: l'unificazione del popolo tedesco e con ciò il ristabilimento di uno stato di cose naturale, interrotto da secoli solo artificiosamente.
Con ciò, camerati, anche il nostro programma esteriore era stabilito fin dal principio, così come erano stabiliti i provvedimenti necessari per svolgerlo.
Ma con ciò non era affatto detto che noi aspirassimo a far guerra. Una cosa sola era sicura, che noi non avremmo rinunziato in qualunque circostanza a
ristabilire la libertà tedesca e con ciò alla premessa per la resurrezione tedesca.
Tale essendo il mio pensiero ho fatto al mondo molte proposte. Non ho bisogno di ripeterlo qui. A questo provvede la quotidiana attività della propaganda
dei miei collaboratori. Ma, per quante offerte di pace io facessi a quest'altro mondo, proposte di disarmo,proposte per l'introduzione pacifica di nuovi e ragionevoli ordinamenti commerciali eccetera, esse sono state tutte respinte, ed in sostanza da coloro che evidentemente non credevano di poter assolvere per mezzo di un lavoro pacifico i loro compiti particolari o per dir meglio, di poter mantenere al potere il loro regime particolare,

Gli alleati della Germania

Tuttavia ci è riuscito, con un pacifico lavoro di anni,non solo di eseguire la grande opera di riforma interna,ma anche di iniziare l'unificazione della nazione tedesca,di creare il grande Reich tedesco, di riportare milioni di camerati tedeschi nella loro vera patria, mettendo a disposizione anche il peso del loro numero nel popolo tedesco quale fattore di potenza politica.
In questo momento mi riuscì di acquistare una quantità di alleati, prima di tutti l'Italia , al cui Uomo di Stato mi lega una stretta ed intima amicizia .
Anche le nostre relazioni con il Giappone divennero sempre migliori. Inoltre in Europa già da prima avevamo una serie dì popoli e di stati che continuavano a dimostrarci sempre un'amichevole simpatia,avanti a tutti l ' U n g h e r i a ed alcuni stati nordici.
Altri popoli si sono aggiunti a questi, ma purtroppo non quello per il quale mi ero adoperato di più, quello inglese. Non che forse tutto il popolo inglese abbia solo la responsabilità di ciò. No : sono alcuni uomini che, nel loro odio inguaribile, nella loro follìa, sabotarono ogni tentativo di comprensione di questo genere, sostenuti da quel nemico internazionale del mondo che noi tutti conosciamo, dal giudaismo internazionale.

Non c'era conciliazione

Così purtroppo non si potè far stringere all'Inghlilte r r a , soprattutto al popolo inglese, quelle relazioni con, la Germania che io avevo sempre desiderate.

Perciò appunto venne, come nel 1934, il giorno nel quale si dovette prendere la dura decisione. Tuttavìa non mi sono spaventato né ritirato neanche davanti a
questo. Poiché io ero convinto di una cosa : se con si poteva riuscire ad ottenere l'amicizia inglese, allora era meglio che la sua inimicizia colpisse la Germania in un momento nel quale io stesso era ancora a capo del Reich.
Poiché se con le mie misure e con la mia arrendevolezza quest'amicizia inglese non sì poteva ottenere, in tal caso essa era perduta per sempre ; allora non rimaneva altro che la lotta ed io sono grato al destino che essa possa esser guidata personalmente da me.
Io sono perciò convinto che non si possa giungere veramente ad una intesa con questi uomini . Essi sono dei pazzi e dei buffoni, gente che da dieci anni non sa dire altro che: « vogliamo ancora una guerra con la Germania »
Giacché, in tutti gli anni nei quali io mi affaticavo per raggiungere ad ogni modo un'intesa, il signor Churchill ha gridato sempre la stessa cosa : « io voglio avere la mia guerra !» Adesso egli l'ha.

E tutti gli istigatori suoi pari, che non sapevano dire altro che : « questa sarà una guerra affascinante » e che allora, il primo settembre 1939, si felicitavano scambievolmente per l'affascinante guerra che sopravveniva — avranno nel frattempo imparato bene ad avere un'altra opinione di questa «affascinante guerra ».
E, nel caso che essi non sapessero ancora che questa guerra sarà per l'Inghilterra una cosa niente affatto affascinante, essi se ne accorgeranno certamente coll'andar del tempo, come è vero che io mi trovo qui !
Queste persone, del vecchio e del nuovo mondo,istiganti alla guerra sono riuscite a spingere avanti prima la Polonia. Esse l'hanno furbamente persuasa
che, primo, la Germania non era ciò che dava ad intendere d'essere, appresso, che c'era la garanzia di ricevere in qualunque momento l'aiuto necessario. Questo era il tempo nel quale l'Inghilterra dal canto suo non mendicava ancora aiuto nel mondo, ma prometteva magnanimamente a ciascuno il suo aiuto. Questa situazione da allora si è già cambiata notevolmente. Adesso non sentiamo più dire che l'Inghilterra induce uno stato a far guerra con la promessa di aiutarlo, sentiamo invece che l'Inghilterra va implorando nel mondo che le si conceda aiuto nella sua guerra.
A suo tempo io ho avanzato di fronte alla Polonia proposte delle quali io oggi, dopo che gli eventi, contro la nostra volontà, hanno preso un'altra piega, in sono costretto addirittura a dire : fu dunque la Provvidenza,l'onnipotente Provvidenza, ad impedire allora che questa mia offerta fosse accettata. Essa certamente sapeva perché ciò non doveva essere, ed oggi anch'io, lo so,tutti lo sappiamo.
Questa congiura di democratici, giudei e massoni riuscì allora, due anni fa, in primo luogo a condurre l'Europa alla guerra. Le armi dovevano decidere.
La realtà storica non si può cambiare Da allora c'è una lotta tra la verità e la menzogna e,come sempre, anche questa lotta però si risolverà
alla fine con la vittoria della verità. Questo significa in altre parole: qualunque siano le menzogne accumulate dalla propaganda inglese, dal giudaismo mondiale e dai suoi complici democratici, esse non potranno cambiare in nulla la realtà storica ! E questa realtà storica è che non ci sono Inglesi in Germania, che altri stati non hanno conquistato ad esempio Berlino, che essi non si sono spinti avanti verso l'ovest o verso l'est;
la realtà storica è invece che la Germania da ormai due anni ha rovesciato un avversario dopo l'altro.
Io non l'ho affatto voluto. Subito dopo il primo conflitto io porsi loro di nuova la mano, poiché io stesso sono stato soldato e so quanto siano difficili ad ottenere
le vittorie, quanto sangue e quante miserie, quanto strazio, privazioni e sacrifici siano ad esse uniti. La mia mano fu respinta in maniera ancora più brusca e da allora abbiamo esperimentato che ogni mia offerta dì pace serviva a Churchill, l'aizzatore alla guerra, ed al suo seguita per dichiarare ai popoli ingannati che questa era una prova della debolezza tedesca, che era una dimostrazione che non potevamo più combattere e che ci trovavamo vicini alla capitolazione. Perciò io ho rinunziato a tentare ancora questa via. Allora io mi sono convinto che ormai qui , combattendo , deve essere ottenuta una soluz ione nettissima e precisamente una soluzione di portata storica mondiale per i prossimi cento anni.
Sempre nell'intento di limitare l'estensione della guerra io mi sono deciso nel 1939 ad una cosa che voi soprattutto, miei vecchi compagni di partito, meglio di tutti comprendete che è stata per me l'umiliazione umana più dolorosa che ci possa essere: io allora ho mandato il mio ministro a Mosca. Era la più amara rinuncia a tutto ciò che sentivo ma, nel momento in cui si decide del bene di milioni di altre persone, non è permessa far prevalere il sentimento. Io ho tentato di giungere ad un'intesa. Voi stessi sapete benissimo come io ho mantenuto questi obblighi da uomo sincero e d'onore. Da allora sui nostri giornali non è stata più scritta neanche una parola contro la Russia, neanche una parola è stata più detta nella nostre adunanze sul
bolscevismo.
Purtroppo l'altra parte, dall'inizio, non si è attenuta a questo. La conseguenza di questo accordo fu il tradimento che dapprima liquidò tutta l'Europa nord-orientale.
Ciò che allora significò per noi il dover stare ad assistere, quando il piccolo popolo finlandese fu strangolato,voi stessi lo sapete. Io però ho taciuto. In qual modo ci colpi finalmente la sopraffazione degli stati baltici, può essere giudicato solo da chi conosce la storia tedesca e sa che colà non c'è un chilometro quadrato che una volta non sia stato schiuso alla cultura, ed alla civiltà umana dal lavoro dei pionieri tedeschi.
Tuttavia io ho taciuto anche in questa occasione. Solamente quando m'accorsi per prove sempre più evidenti di settimana in settimana che la Russia sovietica stimava giunto il momento per procedere contro di noi,quando, in un momento nel quale noi avevamo appena tre divisioni nella Prussia Orientale, si stavano concentrando là poco alla volta 22 divisioni sovietiche, quando io ebbi poco alla volta la prova che al nostro confine si costruiva un aerodromo dopo l'altro, così come divisioni e divisioni proveniente dall'interno del gigantesco territorio sovietico venivano concentrate verso di noi,
allora fui costretto ad esser preoccupato anch'io. Infatti non vi è nella storia una scusa per una svista, quando la scusa consiste eventualmente nel dichiarare troppo tardi : io non ho notato nulla o io non ci ho pensato. Stando alla testa del Reich tedesco non posso fare a meno di sentirmi responsabile per il popolo tedesco, per la sua esistenza, per il suo presente e. per quanta è possibile, appunto anche per il suo futuro.

Le quattro condizioni di Molotov


Io fui perciò costretto ad ordinare misure difensive.

Esse avevano esclusivamente natura difensiva. Tuttavia già nell'agosto e nel settembre dell'anno passato si riconobbe il fatto che un conflitto ad ovest con l'Inghilterra che, avrebbe richiesto anzitutto l'impiego della intera flotta aerea tedesca, non era più possibile perchè alle nostre spalle c'era uno stato che si preparava quotidianamente a procedere in tale momento contro il Reich. Tuttavia fino a qual punto fossero giunti già questi l'abbiamo appreso ora completamente.
Io volli allora discutere tutto il problema ed invitai perciò Molotov a venire a Berlino. Egli pose le quattro condizioni che conoscete :

primo :

che la Germania doveva acconsentite definitivamente a permettere che l'Unione Sovietica procedesse alla liquidazione della Finlandia non appena si fosse sentita, di nuovo minacciata da questa. Non potei che rifiutare questo consenso.

La seconda domanda riguardava la Romania.

Si trattava della domanda se la garanzia tedesca avrebbe protetto la Romania anche contro la Russia dei Sovieti.
Anche qui io dovetti attenermi alla parola data una volta. Non mi pento di averlo fatto perchè io ho trovato anche in Romania nel generale Antonescu un
uomo d'onore che anche da parte sua ha mantenuto in tutto e per tutto la sua parola.

La terza domanda riguardava la Bulgaria.

Molotov richiedeva per La Russia dei Sovieti il diritto di mettere guarnigioni in Bulgaria per esercitare su questo stato, una garanzia russa.
Il significato di questa richiesta l'avevamo intanto già appreso abbastanza dall'esempio estone, lettone e lituano.
Io potei obiettare che una tale garanzia è certo subordinata al desiderio dello stato da garantire. Io non ero a conoscenza però di un tale desiderio e
dovevo perciò prima informarmene e parlarne con il mio alleato.

La quarta domanda riguardava i Dardanelli.

La Russia richiedeva basi di appoggio nei Dardanelli. Non ci si può neanche meravigliare che Molotov ora tenti di contestarlo. Egli verosimilmente, se domani o dopo.domani non sarà più in Mosca contesterà d'essere ancora in questa città.
Egli però queste richieste le ha fatte ed io le ho respinte. Io dovevo respingerle e facendo questo io sapevo bene che ormai occorreva la più grande cautela.
Da allora io ho seguito accuratamente le mosse della Russia dei Sovieti. Ogni divisione da noi potuta individuare fu coscienziosamente registrata e debitamente bilanciata mediante contro-misure. La situazione era divenuta in maggio tanto oscura che non si poteva più dubitare che la Russia avesse l'intenzione di saltarci addosso alla prima occasione. Alla fine di maggio questi momenti critici si moltiplicarono talmente da non poter più respingere orinai il pensiero di un minaccioso conflitto per la vita o per la morte.

Costretto a tacere

Io allora ero costretto a tacere sempre e ciò e stato per me doppiamente duro. Forse non così duro di fronte al paese ; poiché alla fin fine esso doveva comprendere che ci sono momenti nei quali non si può parlare se non si vuole esporre al pericolo tutta la nazione.
Molto più duro mi è stato il silenzio di fronte ai miei soldati che ora, divisione su divisione, si trovavano al confine orientale ed ancora non sapevano che cosa propriamente stava accadendo, che non avevano una idea di quello che realmente nel frattempo si era cambiato e che forse un giorno si sarebbero dovute accingere ad un assalto difficile, il più difficile di qualsiasi tempo. E proprio per essi io non potevo parlare perchè e avessi detto anche una sola parola ciò non avrebbe minimamente cambiato la risoluzione del signor Stalin, mentre la possibilità di una sorpresa, che mi rimaneva come ultima arma, sarebbe stata esclusa. Ed ogni dichiarazione prematura sarebbe costata la morte di centinaia di migliaia dei nostri camerati.
È perciò che ho taciuto nel momento nel quale mi ero deciso definitivamente ormai a fare io stesso il primo passo. Poiché io, se vedo che un avversario imbraccia il fucile, non attendo che egli tiri, ma sono piuttosto deciso a sparare io stesso per il primo. È stato, adesso mi è permesso di dirlo qui, la più grave decisione finora presa in tutta la mia vita. Qualsiasi passo in questo senso apre una porta dietro la quale si nascondono solo segreti, e solo i posteri sapranno con precisione comeci si giunse e cosa accadde.

Tutto si è svolto secondo i piani

Cosi ci si può accordare solo con l'intimità della propria coscienza, confidando nel proprio popolo, nella forza delle armi personalmente temprate, e finalmente,come io primi dissi spesso, si può pregare il Signore che benedica colui che è pronto e disposto, religiosamente e pieno di spirito di sacrificio, a combattere egli stesso per la sua esistenza.
Il mattino del 22 giugno cominciò dunque la più grande battaglia della storia del mondo. Da allora sono passati all'incirca poco più di tre mesi e
mezzo ed io oggi posso constatare qui che da allora tutto si è svolto secondo i piani.
Comunque si sia presentata nei particolari la lotta per il soldato e per le truppe, in tutto questo tempo in nessun momento l'iniziativa è stata strappata al Comando Supremo. Al contrario: fino ad oggi ogni azione si è svolta proprio secondo i piani, come già avvenne sul fronte orientale contro la Polonia, appresso contro la Norvegia e finalmente sul fronte occidentale e nei Balcani.
Ed ancora una cosa io debbo constatare : noi non ci giamo ingannati né sulla giustezza dei piani, né circa l'abilità ed il valore unico nella storia del soldato tedesco, e, finalmente, non ci siamo ingannati circa la bontà delle nostre armi !

L'avversario non si risolleverà più

Noi non ci siamo ingannati circa il funzionamento ineccepibile di tutta la nostra organizzazione del fronte, circa il controllo del gigantesco territorio delle retrovie, ed anche circa la nazione tedesca.
Noi ci siamo però ingannati in qualche cosa : non avevamo alcuna idea di quanto giganteschi fossero i preparativi di questo avversario contro la Germania e l'Europa, e di quanto fosse enormemente grande il pericolo, di come siamo appena riusciti ad evitare la distruzione non solo della Germania,ma di tutta l'Europa, Questo oggi io lo posso dire !

Io lo dico solo oggi, perchè oggi mi è permesso dirlo, che questo avversario è già stritolato e che non si risolleveràmai più.
Qui si è concentrata contro l'Europa una forza della quale purtroppo i più non avevano idea alcuna, cosìcome molti ancora oggi non l'hanno. Questo sarebbe
diventato un altro assalto mongolico di un altro Gingiscan.
Che questo pericolo sia stato stornato,lo dobbiamo prima di tutto al valore,alla resistenza ed allo spirito di sacrificio dei nostri soldati tedeschi e poi anche ai sacrifici ai tutti coloro che hanno marciato con noi. Poichè per la prima volta qualcosa come un risveglio europeo è corso questa volta attraverso il continente.

L'Europa si è destata

Al nord lotta la Finlandia — un vero popolo d'eroi . Nel suo esteso territorio essa è spesso affatto sola e si fonda sulla sua forza innata, sul suo coraggio, sul suo valore e sulla sua tenacia.
Nel sud combatte la Romania . Essa si è rimessa da una delle più dure crisi politiche che possano sorprendere un popolo od un paese con sbalorditiva rapidità,sotto la guida di un uomo tanto valoroso quanto risoluto.
E con ciò abbracciamo già anche tutta l'estensione di questo fronte di guerra, dal mar Bianco al mar Nero.
Ed in questo spazio ora i nostri soldati tedeschi e, nelle loro file ed uniti a loro, italiani , finlandesi ,ungheresi , rumeni , gli slovacchi , i croati si stanno avvicinando; spagnoli — essientrano adesso nel combattimento — belgi , danesi , norvegesi; perfino dei francesi hanno un posto nel grande fronte o stanno per averlo quanto prima.
Voi conoscete già ora nelle grandi linee lo sviluppo di questi avvenimenti unici per quanto riguarda il passato.
Tre gruppi d'esercito tedeschi si allinearono. Uno aveva il compito di forzare il centro. Una delle due ali aveva l'incarico di spingersi contro Leningrado, l'altro di occupare l'Ucraina.
In sostanza questi primi compiti sono stati assolti e mentre gli avversari in quest'epoca di combattimenti tanto giganteschi e di importanza storica mondiale spesso dicevano : " perchè ora non accade nulla ? "ebbene, qualcosa è sempre avvenuto. Proprio perchè qualcosa accadeva, noi potevamo fare a meno di parlare!

Se io dovessi essere oggi il primo ministro inglese.

Forse anche parlerei continuamente in queste circostanze proprio perchè là non accade nulla. Ma proprio questa è la differenza. Camerati, io lo debbo dire
oggi qui una volta innanzi a tutto il popolo tedesco spesso potremmo tacere; non, forse, per non riconoscere abbastanza i successi giganteschi od ininterrotti dei nostri soldati, ma perchè no! non vogliamo permettere all'avversario di conoscere anzitempo la situazione che a lui stesso, a causa del suo misero servizio d'informazioni, spesso viene a cognizione con giorni e talvolta con settimane di ritardo.

Il bollettino tedesco di guerra è un rapporto della verità

Poichè - io l'ho ultimamente fatto mettere in evidenza nel nostro bollettino di guerra - il bollettino tedesco è un rapporto della verità.
da un qualunque giornalista inglese scemo o tanghero dichiara ora che ciò dovrebbe essere prima confermato, ebbene il bollettino di guerra tedesco è stato
finora già confermato in tutto e per tutto. Infatti non c'è dubbio che in Polonia abbiamo vinto noi e non i polacchi, per quanto la stampa inglese abbia sostenuto un'altra opinione. Non ci sono neanche dubbi che in Norvegia ci siamo noi e non gli inglesi. Neanche ci sono dubbi che nel Belgio ed in Olanda siamo stati vittoriosi noi e non gli inglesi : non c'è dubbio ancora che la G e r m a n i a ha vinto la Francia e non viceversa. Finalmente non ci sono neanche dubbi che noi stiamo in Grecia e, di nuovo, non gli inglesi od i neozelandesi, ed anche in Creta non ci sono essi ma noi. Dunque i bollettini dell'esercito tedesco hanno detto la verità e n o n . . . (la fine della frase non si è udita a causa degli applausi strepitosi e giubilanti degli ascoltatori).
Ed ora nei riguardi del fronte orientale non accade diversamente. Secondo la versione inglese, noi là abbiamo riportato sconfitte su sconfitte. Però noi siamo lontani mille chilometri dai nostri confini, siamo ad oriente di Smolensk, davanti a Leningrado, nel mar Nero. Noi stiamo già di fronte alla Crimea e non i russi,putacaso.
Se finora i Sovieti hanno continuamente vinto, in ogni caso essi hanno male utilizzato le loro vittorie, e tuttavia essi tuono retrocedo, dopo ogni vittoria, di cento o di duecento chilometri, probabilmente per attirarci profondamente nel loro territorio.
Le colossali cifre del bottino di guerra e dei prigionieri Del resto le cifre attestano la grandezza di questa lotta. Molti di voi hanno partecipato alla guerra mondiale e sanno cosa significa fare prigionieri e, contemporaneamente, conquistare avanzando per cento chilometri.
Il numero dei prigionieri è ormai salito a circa 2.500.000. Il numero dei cannoni predati oppure di quelli distrutti, ossia di quetti rimasti in mano nostra,si aggira ora sui 22.000.
Il numero dei carri armati distrutti e predati e quindi rimasti in mano nostra, si aggira fin da ora sui 18.000.
Il numero degli aeroplani annientati, distrutti od abbattuti supera i 14.500.
E dietro le nostre truppe c'è ora già uno spazio due volte più grande di quel che fosse il Reich tedesco nel 1933, quando assunsi il governo, o quattro volte maggiore dell' Inghilterra.
Ma la linea d'aria che i soldati tedeschi hanno percorso,oggi è lunga quasi dappertutto da 800 a 1000 chilometri,Questo in linea d'aria. Calcolato in chilometri di marcia ciò significa spesso una volta e mezzo di più o il doppio, su un fronte che è immensamente esteso e di fronte ad avversari che — devo dirlo — non sono uomini ma animali, bestie.

Il paradiso degli operai e del contadini

Ciò che il bolscevismo può fare degli uomini,l'abbiamo, ora veduto. Non possiamo portare a conoscenza del paese le immagini che là sono a nostra disposizione.
E' la cosa più orrida che menti umane possano immaginare, un avversario che combatte da una parte per sete bestiale di sangue e dall'altra, insieme,
per viltà e per causa dei suoi commissari. E' un paese che i nostri soldati hanno ormai imparato a conoscere,questo paese che da quasi venticinque anni sta sotto il bolscevismo. Ed io so che chi è stato là, e in fondo al suo cuore forse poteva ancora essere comunista, sia pure nel senso più ideale, ritorna guarito da questa idea. Di questo potete esser convinti !
Il paradiso degli operai e dei contadini io l'ho sempre descritto giustamente. Alla fine di questa campagna cinque o sei milioni di soldati confermeranno
che io dicevo la verità. Essi saranno testimoni che io potrò citare. Essi hanno marciato sulle strade di questo paradiso. Non hanno potuto vivere nelle misere capanne di questo paradiso, tanto che non vi entrano affatto,a meno che non sia assolutamente necessario. Essi hanno visto le istituzioni di questo paradiso. Non si tratta che di una sola fabbrica d'armi a detrimento del tenore di v i t a degli uomini. Una fabbrica d'armi.

contro l'Europa! Successi inimmaginabili del soldato tedesco

E' contro questo avversario crudele, bestiale, animalesco, contro questo avversario con il suo gigantesco armamento i nostri soldati hanno riportato le loro gigantesche vittorie. Io non conosco una parola adeguata ai risultati da essi conseguiti.
Ciò che essi compiono di continuo.coraggiosamente e valorosamente, i loro sforzi immensi, tutto non si può immaginare. Che si tratti delle nostre divisioni
corazzate o dei gruppi motorizzati, della nostra artiglieria o dei genieri, che si prendano i nostri aviatori- cacciatori, bombardieri in picchiata, areoplani da battaglia.
o che si pensi alla nostra marina, agli equipaggi dei sommergibili, che si parli finalmente delle nostre truppe alpine nel nord o degli uomini delle nostre Schutz Staffeln : tutti sono eguali ! Ma soprattutto - vorrei specialmente porlo In evidenza - soprattutto si distingue per quel che ha fatto il fante tedesco, il moschettiere tedesco !
Perché. amici miei, noi abbiano là divisioni che,dalla primavera, hanno marciato per 2500 fino a 3000 chilometri a piedi, numerose divisioni che hanno coperto 1000, 1500 e 2000 chilometri. È facile a dirsi.

Ma io posso solo dire :

Se si parla della guerra-lampo, allora questi soldati meritano che la loro bravura sia definita fulminea, poichè nella storia delle avanzato essi non sono stati ancora mai superati, od al massimo nelle ritirate da alcuni reggimenti inglesi.

Ogni lavoratore è soldato

Qui ci troviamo in presenza di un paio di ritiratelampo storiche che hanno superato queste azioni in celerità.
Ma allora non si trattava di distanze tanto grandi.perchè ci si teneva fin dal principio sempre alquanto
vicini alla costa. Io non voglio ora oltraggiare il nemico :io voglio solo rendere al soldato tedesco quella giustizia che si è meritata. Egli ha f a t t o c o s e insuperabili ! E con lui tutte le organizzazioni i cui uomini sono oggi operai e nello stesso tempo soldati Poichè in questo spazio enorme oggi quasi tutti sono soldati. Ogni operaio è soldato, ogni ferroviere è là soldato. In tutto questo territorio ciascuno deve continuamente
prestare servizio con le armi alla mano ed è un territorio gigantesco. Ciò che viene fatto dietro questo fronte è nel suo genere tanto gigantesco quanto
ciò che vien fatto al fronte. Più di 15.000 chilometri di ferrovie russe sono di nuovo in esercizio, più di 15.000 chilometri di ferrovie sono state trasformati secondo lo scartamento tedesco. Sapete, camerati, cosa significa ciò ? Significa che la più grande sezione trasversale
del Reich tedesco d'una volta, qualcosa come da Stettino fino alle alpi bavaresi, ossia una linea di circa mille chilometri, è stata ripetuta per 15 volte in Oriente secondolo scartamento tedesco.
Cosa costi ciò di sforzi e di sudore, la nazione forse non lo può ancora affatto valutare giustamente. E, dietro a tutto ciò, là ci sono i battaglioni lavorativi del servizio del lavoro, le nostre organizzazioni e sopratlutto l'organiizzazione Todt, e l'organizzazione del nostro Speer berlinese e tutte quelle altre che dal canto loro sono là per proteggerle.
Al servizio di tutto questo gigantesco fronte c'è la nostra Croce Rossa, gli ufficiali ed il personale di sanità le crocerossine. Tutti si sacrificano veramente ! E dietro questo fronte già sorge la nuova amministrazione che provvederà se questa guerra durerà più a lungo, a rendere utili questi giganteschi territori alla nazione tedesca ed ai nostri alleati. La loro utilità sarà enorme e nessuno deve dubitare che noi siamo in grado di organizzare
questi territori. Se io vi dò a grandi tratti un quadro delle opere uniche al mondo dei nostri soldati e di tutti quelli che oggi combattono ed operano qui in Oriente, desidero poi anche porgere alla nazione il ringraziamento del fronte !

Il ringraziamento del Führer

Il ringraziamento dei nostri soldati per le armi che il paese ha creato, queste armi eccellenti e di prima qualità, il ringraziamento per le munizioni che questa volta, a differenza della guerra mondiale, sono disponibili in quantità illimitata. Oggi questo è solo un problema di trasporti. Noi abbiamo saputo provvedere in maniera tale, che io, pur in mezzo a questa colossale guerra di materiale su grandi spazi, posso ormai sospendere un'ulteriore produzione, perchè so che ora non c'è più nemico alcuno che noi non potremmo abbattere, servendoci della quantità disponibile di munizioni-Ma se voi talvolta leggete sul giornale qualcosa dei piani giganteschi di altri Stati, tutto quello che questi contano di fare, tutto quello che vogliono iniziare,e se insieme sentite parlare di somme di miliardi, allora,camerati, ricordatevi di ciò che ora dico :
primo, anche noi poniamo al servizio della nostra lotta un continente intero :secondo, noi non parliamo di capitale,ma di forza lavorativa, e questa forza lavorativa l'impiegheremmo al cento per cento,e terzo, se noi non parliamo di ciò, questo non significa che noi siamo inoperosi.
Io so molto bene che gli altri possono far meglio di noi. Essi costruiscono carri armati invincibili, più veloci dei nostri, meglio corazzati dei nostri, che hanno cannoni migliori dei nostri e che non abbisognano di benzina. Ma in c o m b a t t i m e n t o f i n o ra n o i li a b b i a m o s u p e r a t i ! E q u e s t o è q u e l l o che c o n t a ! Essi costruiscono aeroplani prodigiosi. Quello che fanno è miracoloso, tutto incomprensibile, anche tecnicamente. Ma essi non posseggono ancora macchine che superino le nostre.
E le macchine che o g g i vanno, sparano o volano da noi, non sono le macchine con le quali noi l ' a n n o p r o s s i m o andremo, spareremo o voleremo.
Io credo che questo basterà ad ogni tedesco. A tutto il resto penseranno i nostri inventori, i nostri operai tedeschi ed anche le operaie tedesche.
Tutto un popolo in lotta Dietro questo fronte di sacrificio, di disprezzo della morte e di rischio della vita, c'è il fronte interno, un
fronte formato da città e campagna. Milioni di contadini tedeschi, in maggioranza spesso anche sostituiti da persone anziane, da giovanetti o da donne, compiono nel migliore dei modi il loro dovere. Milioni e milioni di operai tedeschi lavorano impassibilmente,ed è ammirabile tutto ciò che fanno. E dappertutto,ed anche qui, di nuovo, la donna tedesca, la ragazza tedesca, sostituiscono i milioni di uomini che oggi si trovano al fronte.

Noi possiamo veramente dire: per la prima volta nella storia un popolo intero si trova adesso in lotta, parte al fronte,parte nell'interno del paese.
Se io però dico questo, allora ne risulta per me,come vecchio nazionalsocialista, una cosa evidente,noi abbiamo conosciuto due estremi: l'uno è rappresentato dagli Stati capitalistici che rifiutano con bugie o con inganni i diritti naturali della vita ai loro popoli,che curano esclusivamente i loro interessi finanziari,che sono sempre pronti a sacrificare per essi milioni dì uomini. Dall'altra parte vediamo l'estremo del comunismo,vediamo uno Staio che ha dato miseria indicibile a milioni e milioni di uomini e sacrifica soltanto alla sua dottrina anche la felicità di tutti gli altri.
Da questo può risultare ora ai miei occhi solo un impegno per noi : tendere ora più che mai al nostro ideale nazionale e socialista ! Poiché di una cosa dobbiamo esser certi: una volta che questa guerra sarà finita, essa sarà stata vinta dal soldato tedesco proveniente dalle masserìe,dalle fabbriche e cosi via, che nel suo insieme rappresenta veramente la massa del nostro popolo. E l'avrà vinto la nazione tedesca. con milioni di operai e di operaie, di contadini e contadine. L'avranno vinta gli uomini che lavorano negli uffici od esercitano una professione.
Tutti questi milioni di uomini che lavorano l'hanno vinta ! Ed è esclusivamente su queste persone che deve essere allora fondato questo Stato. Quando questa guerra sarà finita io tornerò da essa come un nazionalsocialista ancora più fanatico di quel che fossi prima !
La stessa cosa accadrà per tutti coloro che sono chiamati a dirigere, perchè in questo Stato non predomina come nella Russia dei Sovieti il principio della cosiddetta uguaglianza, ma quello della giustizia. Chi è adatto a dirigere, sia nel campo politico che in quello militare od economico, per noi ha sempre lo stesso valore. Ma appunto lo stesso valore deve avere colui senza li cui collaborazione ogni azione direttiva rimarrebbe vuota, sarebbe una acrobazia mentale. Ciò è la cosa decisiva. Il popolo tedesco oggi può essere orgoglioso: egli ha i migliori capi politici, i migliori generali, i migliori ingegneri, economisti ed organizzatori,ma ha anche il migliore operaio ed il contadino più bravo.
Fondere insieme tutti questi uomini fu una volta il compito che noi ci imponemmo come nazionalsocialisti, un compito che oggi si delinea per noi molto più
chiaramente di una volta.
A che cosa è obbligato ciascuno Io tornerò di nuovo da questa guerra un giorno con il vecchio programma del mio partito, il cui compito mi appare oggi
forse ancora più importante di quel che fosse il primo giorno !
Questa consapevolezza mi ha anche oggi per poco tempo portato qui per parlare al popolo tedesco perchè esso ha anche nell'opera di soccorso invernale una
nuova occasione per rivelare lo spirito di questa col attività. I sacrifici del fronte non possono essere ripagati assolutamente in alcun modo.
Ma anche questo, quello che il paese fa, deve potere un giorno essere consegnato alla storia.
E' necessario che il soldato che si trova al fronte sappia che a casa il paese si prende cura di ogni persona rimasta e che provvede a fare per essa tutto quello che è possibile. Questo egli lo deve sapere e questo deve essere, affinchè anche il paese un giorno possa essere citato con onore accanto al successi giganteschi del fronte.Ciascuno sa ciò che deve fare in quest'ora. Ogni donna, ogni uomo, sa ciò che gli si richiede a ragione e che cosa
sia obbligato a dare.
Se andando talvolta per la strada dovreste essere in dubbio se offrire ancora una volta, se dovrete offrire o meno nuovamente, guardate un poco intorno a voi; forse incontrerete qualcuno che ha sacrificato per la Germania molto più di voi.
Solamente allora, quando tutto questo popolo tedesco diventerà una unica collettività pronta a sacrificarsi,allora solamente potremo sperare ed attenderci che la Provvidenza ci assisterà anche in futuro.
Iddio ancora non ha aiutato mai il pigro e neanche il vile, in nessun caso colui che con si sa aiutare da sè stesso. Qui più che mai vale il principio:
Popolo, aiuta te stesso perchè allora Iddio non ti rifiuterà il suo aiuto.

PROCLAMA

ai Soldati del Fronte Orientale nella notte dal l° al 2 ottobre 1941


Soldati del fronte orientale !
Mosso dalla più profonda preoccupazione per l'essere e l'avvenire del nostro popolo, decisi il 22 giugno di rivolgervi l'appello di prevenire, all'ultimo momento la minacciante aggressione di un nemico.
L'intenzione dei detentori del potere nel Kremlino come oggi sappiamo — non era solo distruggere la Germania, ma l'intera Europa. Di due cose vi sarete
frattanto convinti, o camerati :

1) Questo nemico si era armato in modo tale per la sua aggressione da superare anche i più forti timori.
2) Dio sa ciò che sarebbe accaduto se questo barbarico nemico fosse riuscito a porre in moto contro le nostre popolazioni e l'intero mondo europeo le sue diecine di migliaia di carri armati. Tutta l'Europa sarebbe stata perduta, poiché questo nemico non si compone di soldati ma in gran parte di bestie umane.
«Oggi ha inizio l'ultima grande battaglia decisiva di quest'anno. Essa colpirà in modo annientatore questo nemico e così anche l'istigatrice di questa guerra: l'Inghilterra stessa, poichè distruggendo questo nemico eliminiamo anche l'ultimo alleato continentale dell'Inghilterra»

ADOLF HITLER

Ora, o miei camerati, voi avete visto con i vostri occhi il paradiso dei lavoratori e dei contadini, in un paese che con la sua vastità e fertilità potrebbe nutrire il mondo intero, domina una miseria inimmaginabile per noi tedeschi. Questo è il risultato di un dominio giudaico che dura ormai quasi da 25 anni e che come bolscevismo, corrisponde praticamente solo alle più abbiette forme del capitalismo.
Gli alfieri di questo sistema sono però in tutti i casi gli stessi: ebrei e solo ebrei.

Soldati!

Quando il 22 giugno mi rivolsi a voi per scongiurare il tremendo pericolo che minacciava la nostra Patria,voi vi siete opposti alla più grande potenza militare di tutti i tempi, mi in appena tre mesi, grazie al vostro valore, o miei camerati, è stato possibile distruggere una brigata corazzata del nemico dopo l'altra, annientare innumerevoli divisioni, catturare prigionieri senza numero, occupare territori infiniti, territori non desolati,ma quei territori da cui il nemico trae la sua vita e da cui la sua gigantesca industria di armamenti trae le sue materie prime.
In poche settimane le sue tre regioni industriali essenziali saranno completamente in nostre mani.
Il vostro nome, o soldati delle Forze Armate germaniche e i nomi dei nostri valorosi alleati, i nomi delle vostre divisioni, del vostri reggimenti, delle nostre navi e dei nostri stormi aerei, saranno per tutti i tempi legati alla più grande vittoria della storia universale.Più di due milioni e 400 mila prigionieri avete catturato, più di 17.500 carri armati, più di 21.600 cannoni catturati o distrutti, 14 mila 200 velivoli sono stati abbattuti o distrutti.
Il mondo non ha mai veduto nulla di simile. Il territorio che le truppe germaniche occupano oggi, insieme con le truppe alleate, è più del doppio del territorio che, nel 1935, costituiva il Reich, più del quadruplo del territorio che costituisce l'Inghilterra.
Dal 22 giugno sono stati sfondati i più possenti sistemi difensivi. Imponenti corsi d'acqua varcati, innumerevoli località espugnate, fortezze e sistemi di casematte frantumati o assaliti con lanciafiamme. A cominciare dal nord, dove i nostri valorosi alleati finlandesi hanno dato prova per la seconda volta del loro eroismo, fino alla Crimea, voi siete uniti con le divisioni slovacche, magiare, italiane e romene a circa mille chilometri di profondità in territorio nemico.
Reparti spagnoli, croati e belgi si uniscono ormai a voi. Altri seguiranno, poiché questa lotta è considerata — forse per la prima volta — da tutte le nazioni europee un'azione comune per la salvezza del più prezioso dei continenti civili.

Imponente è però anche il lavoro che è stato eseguito dietro il vostro gigantesco fronte. Circa 2 mila ponti di una larghezza superiora ai 12 metri ciascuno, sono stati costruiti; 405 ponti ferroviari sono stati restaurati: 25 mila km di ferrovie sono stati rimessi in esercizio; 15 mila km
di ferrovia sono stati trasformati nello scartamento normale europeo.
Si lavora alla costruzione di migliaia di chilometri di strade. Grandi regioni sono state già sottoposte all'amministrazione civile nostra: qui la vita sarà al più presto regolata da leggi ragionevoli.
Immensi depositi di provviste, di carburanti e di munizioni sono pronti.
Questo grande risultato è stato raggiunto a prezzo di sacrifici il cui numero tenuto presente il dolore dei camerati e dei loro familiari — complessivamente non raggiunge nonché il 5 per per cento delle perdite riportate durante la guerra mondiale.
Quello che voi avete compiuto, o miei camerati, e quello che con voi hanno compiuto i valorosi soldati alleati in atti di v a l o r e , eroismi, privazioni e sforzi in appena tre mesi e mezzo, nessuno meglio lo sa di chi una volta compì il suo dovere come soldato durante la passata guerra,

In questi tre mesi e mezzo o soldati , è sata però finalmente creata la premessa all'ultimo titanico colpo ,il quale deve frantumare questo nemico ancor prima dello scoppio dell' inverno .
Tutti i preparativi - possibili all'uomosono stati ormai preordinati. Tutto è stato regolarmente disposto, passo per passo, questa volta, per cogliere il nemico in quella situazione nella quale noi gli possiamo ora vibrare il colpo mortale.
Oggi si inizia l'ultima grande battaglia o decisiva di quest'anno . Essa colpirà in modo annientatore questo nemico e così anche la istigatrice della guer ra : l'Inghilterra stessa, poichè distruggendo questo nemico eliminiamo anche l'ultimo alleato continentale dell'Inghilterra . In tal modo eliminiamo
dal Relch germanico e dall'Europa tutta, un terribile nemico come dal tempo degli Unni e più tardi dei Mongoli, mai più aveva minacciato il Continente.
Così il popolo germanico nelle prossime poche settimane,sarà ancor più vicino a voi che fino ad ora.
Quello che voi, o miei soldati. con i soldati alleati avete fatto, impegna tutti alla più profonda riconoscenza.
Trattenendo il respiro e benedicendo, la Patria tedesca vi accompagnerà nei prossimi duri giorni. Poichè voi,
con l'aiuto di Dio, non date alla Patria solamente la vittoria, ma anche le più importanti premesse per la pace.