Holoca$h
- lo sfruttamento politico di
Auschwitz
Gilad Atzmon
Sessanta anni dopo la liberazione, Auschwitz è diventato un evento politico
internazionale. Non è una coincidenza e credo che dovremmo fermarci un momento e
chiederci: Perché ora? Perché Auschwitz?
Noi che viviamo in un'epoca tecnologica, troviamo naturale che la maggior parte
dei commentatori giudichino qualsiasi avvenimento analizzandone gli aspetti
positivi, cioè la storia che essi contengono, i fatti su cui concentrare
l'attenzione, il messaggio che se ne trae. Quando si parla di Auschwitz, si
sottolineano solo il numero terrificante delle vittime, Mengele e i suoi
esperimenti, la morte clinica di massa, le camere a gas, i treni, il famoso
Arbeit Macht Frei sul cancello d'ingresso, la marcia della morte poco prima
della liberazione, ecc. E tuttavia, io direi che è per lo meno altrettanto
illuminante esporre ciò che il racconto di Auschwitz serve a nascondere. Ogni
racconto storico può essere utilizzato come uno schermo fumogeno; e può
diventare uno strumento molto efficace per far affermare la cecità collettiva. I
racconti di Auschwitz e dell'Olocausto, in questo senso, non sono affatto
diversi.
A quanto pare, pur senza impegnarci a rispondere alle molte domande che minano
la validità della versione dell'Olocausto che è attualmente accettata dalla
maggioranza della gente, noi possiamo senza pericolo chiederci a cosa serva oggi
la versione ufficiale dell'Olocausto. Chi ne tragga beneficio. Abbiamo altresì
il diritto di chiedere perché la versione ufficiale dell'Olocausto viene oggi
diffusa tanto ampiamente[1] da diverse e opposte istituzioni politiche. E' forse
il risultato di una propaganda altamente sofisticata e orchestrata dagli ebrei?
Non ne sono più tanto sicuro.
Di primo acchito, la risposta a queste domande è assai semplice, la devastante
immagine di Auschwitz e il Giudeocidio Nazista sono argomenti autosufficienti
per condannare il nazionalismo, il razzismo e il totalitarismo. All'interno
dell'accettata versione ufficiale dell'Olocausto, ognuna di queste ideologie
viene considerata un nemico dell'umanità. Ma poi, si deve ammettere che non è né
il nazionalismo, né il razzismo, né il totalitarismo che uccisero tanti esseri
umani innocenti. Le ideologie non uccidono, sono sempre gli uomini che uccidono,
indipendentemente dalle ideologie.
Ma la versione ufficiale va un po' oltre, con l'immagine di Auschwitz nel fondo
della nostra mente, i nostri pensatori e
politici liberali dell'Occidente ci descrivono entusiasticamente una visione
ingenua della nostra realtà sociale,
presentandoci una semplicistica divisione binaria. Da una parte c'è la società
aperta, dall'altra ci sono i suoi numerosi
nemici. Secondo questa visione del mondo, c'è una sola società aperta, ma
numerosi sono i suoi nemici; è importante
sottolineare che il concetto di società aperta è un concetto vuoto, in pratica
significa molto poco, per non dire nulla. A
quel che sembra, per diventare membro del esclusivo club della società aperta,
si deve semplicemente sostenere le guerre giuste. Il presidente Bush, un uomo
che è ben lungi dal possedere grandi doti di eloquenza, è stato inaspettatamente
preciso nel presentare proprio questo assioma post-Auschwitz occidentale: State
con noi o contro di noi.
Stare con noi, cioè stare con la società aperta, vuol dire che credete che siamo
stati noi a liberare l'Europa, che siamo
stati noi a liberare Auschwitz, che siamo stati noi che abbiamo salvato gli
ebrei, e che siamo sempre noi che portiamo la nozione di democrazia negli angoli
più remoti di questo pianeta turbolento. Stare con noi significa che accettate
il fatto che noi rappresentiamo la voce del mondo libero. Significa anche che
voi sapete di essere liberi incondizionatamente. Si tratta fondamentalmente di
una nuova forma di tautologia: siete liberi anche se non lo siete. Stare con noi
vuol dire che credete che il mondo sta progredendo rapidamente verso una
divisione ancora più grande, vale a dire uno scontro di civiltà, in cui voi
rappresentate un essere umano illuminato, buono e innocente, appartenente alla
civiltà Giudeo-Cristiana, e gli altri sono malvagi fondamentalisti delle tenebre
o per lo meno potenziali malvagi. Stare con noi vuol dire che ci si aspetta da
te che tu non faccia troppe domande riguardo alla nostra condotta immorale.
Per esempio, non devi chiedere perché il Bombardiere Harris & Co[2] ha
assassinato 850.000 civili tedeschi, bombardando le città tedesche invece
dell'infrastruttura industriale nazista.
Essere un individuo libero in una società aperta significa che tu non devi mai
azzardarti a fare domande riguardo Hiroshima.
Nel caso tu sia abbastanza stupido da porre queste domande, faresti bene a farti
subito furbo e accettare la verità
ufficiale: Hiroshima era il modo migliore per porre un termine a quell'orribile
guerra. Essendo un individuo libero quindi tu non farai domande riguardo alla
moralità che si nasconde dietro l'uccisione di 2.000.000 di persone in Vietnam.
Stando con noi non hai bisogno di porre tutte quelle stupide e noiose domande,
perché devi ricordare che Auschwitz è stato il male supremo. Auschwitz è stato
il fondo della malvagità umana e non devi mai dimenticare che siamo stati noi a
metterci fine.
Diciamo la verità: Auschwitz è stato senza dubbio un luogo orribile, ma
sfortunatamente non è il male ultimo, perché il male non ha né limite né scala.
Poi, se si vuole essere storicamente precisi, dobbiamo dire che non è vero che
siamo stati i liberatori di Auschwitz. A quanto pare, fu Stalin, l'altro male.
Fu Stalin che diede a tanti ebrei, a tanti prigionieri di guerra, prigionieri
politici, zingari e a tanti altri detenuti la possibilità di vedere la luce del
sole. Ma ancora una
volta, dal momento che siete esseri liberi appartenenti alla società aperta non
avete veramente bisogno di fare attenzione a simili dettagli secondari della
storia. Sembrerebbe che Auschwitz sia un tassello essenziale della nostra
auto-immagine di virtuosi occidentali.Quando serve il petrolio iracheno, il
presidente americano non deve fare altro che paragonare Saddam a Hitler. Poi
veniamo a sapere che il popolo iracheno deve essere liberato dal suo
'Auschwitz'. Già sappiamo quali sono state le conseguenze inevitabili.
Dal momento che Auschwitz è così importante per i dirigenti politici americani,
non sorprende che non troppo lontano dalla residenza del presidente degli Stati
Uniti ci sia un grande museo dell'Olocausto, dedicato alla memoria degli ebrei e
dei loro eroici liberatori. Il museo non riguarda le persone e nemmeno i crimini
contro l'umanità, riguarda invece la
continuazione dell'illusione della società aperta. Riguarda il mantenimento di
una interpretazione particolare della storia.
Riguarda l'idea che noi abbiamo ragione e gli altri, chiunque siano, hanno
categoricamente torto.
Questo museo non è veramente sulla sofferenza ebraica. Suppongo che esso non
spiegherà ai suoi visitatori alcuni fatti
storici fondamentali. Per esempio, non sarà spiegato alla folla che ci sfilerà
dentro che il governo americano adottò una
politica di immigrazione fortemente restrittiva, mai modificata nel periodo
1933-1944,[3] per bloccare l'immigrazione
ebraica. Eviterà altresì di illustrare il fatto che il governo americano si
rifiutò di intavolare o ostacolò profferte
tedesche di trasferire ebrei da territori controllati dai nazisti. Più di ogni
altra cosa il museo nasconderà il fatto
accertato che l'aviazione americana non ricevette mai l'ordine di mandare in
frantumi la fabbrica della morte nazista. Non furono mai bombardate le ferrovie
che conducevano ad Auschwitz e ancor meno fu bombardato il campo di Auschwitz,
né dalla RAF inglese, né dall'aviazione americana. Sembrerebbe che nei centri
decisionali americani ci sia stata per tutta la guerra una vera e propria
negligenza assassina su questo punto. Per esempio, il 20 agosto 1944, ben 127
fortezze volanti, scortate da 100 aerei da combattimento Mustang bombardarono
con successo una fabbrica a meno di 5 miglia da Auschwitz. Nessun aereo fu
dirottato per attaccare il campo della morte.
Questi fatti non verranno mai documentati nel museo americano dell'Olocausto.
Essi non combaciano con l'auto-immagine di un'America eroica e giusta. La storia
di Auschwitz è in realtà una storia di brutale negligenza anglo-americana. La
versione accettabile di Auschwitz è fondamentalmente un mito che ha la funzione
di sostenere la pratica espansionista degli Stati Uniti. Auschwitz è la colonna
morale portante dell'ideologia americana.
Il museo dell'Olocausto è stato costruito per dire agli americani quello che può
accadere quando tutto volge al peggio. Per quanto triste possa sembrare,
nell'America contemporanea, tutto sta volgendo al peggio, malgrado il museo. La
ragione è semplice, quando l'immagine del male si fa fermentare nella propria
eredità culturale solo come attribuibile all'altro, allora si può diventare
ciechi davanti al fatto che il male sei proprio tu. Come già i loro fratelli
israeliani, gli
americani hanno dimenticato come guardare a se stessi.
Nel caso dell'America, la versione ufficiale dell'Olocausto serve la filosofia
espansionista della destra. Allo scopo di
prevenire un'altra Auschwitz, gli americani manderanno i loro eserciti in
Vietnam, in Corea, in Irak. Essi sono sempre i
liberatori. Fino alla fine della guerra fredda, c'erano i comunisti da
combattere, un male concreto e reale; ma ora il male sta diventando sempre più
astratto. In realtà, l'unico modo per dare un volto concreto ad un nemico
indefinito è di equipararlo a Hitler. Il caso dell'Europa è leggermente diverso.
Per quanto possa sembrare strano, in Europa è la sinistra parlamentare che trae
i benefici dallo sfuttamento di Auschwitz. Fintantoché Auschwitz resterà
profondamente radicato nel discorso politico quotidiano, la destra non potrà mai
alzare la testa.[4] La sinistra dominante europea dipende oggi totalmente dalla
versione ufficiale dell'Olocausto e di Auschwitz.
A quanto pare, Auschwitz è l'ultima barricata della sinistra (parlamentare)
contro la rinascita della destra. In Europa,
qualsiasi sentimento di aspirazione nazionale, o solo una preoccupazione
nazionale che può apparire xenofoba viene
immediatamente contrastata come se fosse una rinascita del nazismo. All'interno
di questa opprimente visione del mondo, alla gente non è più permesso di
esprimere un qualche amore per il proprio paese. Inoltre, dal momento che essa è
politicamente dipendente dall'immagine dell'ebreo come vittima innocente, la
politica dominante della sinistra europea non potrà mai sostenere pienamente la
causa palestinese.
A quanto pare, Auschwitz è diventato un simbolo del legame tra la sinistra
parlamentare europea e la destra espansionista americana.[5] Per entrambi
Auschwitz è un'icona della minaccia contro l'immagine della società aperta;
nella prospettiva di questo legame fatale, qualsiasi genuina politica di
sinistra europea è destinata a essere spinta al margine. Qualsiasi forma di
politica genuinamente di sinistra è destinata ad essere presentata come una
politica sovversiva ed estremista. Nel marzo 1988, Robin Cook, allora ministro
degli affari esteri inglese, fece una visita diplomatica in Israele. Mentre si
trovava in quel paese, Cook giustamente rifiutò di visitare lo Yad Vashem,
sostenendo che era preoccupato del futuro e non del passato.
Non molto tempo dopo Cook perse il posto. Il rifiuto di inchinarsi davanti alla
versione ufficiale di Auschwitz gli costò il ministero degli esteri. Non furono
gli ebrei che lo cacciarono da quel ministero. Fu il partito laburista, un
partito
parlamentare della sinistra europea. E così, Auschwitz è lì per protrarre il
mito della società aperta, è lì per
presentarci un'illusione di identità occidentale liberata. Finchè ci sarà
Auschwitz nel cuore della nostra politica
quotidiana, noi saremo tutto all'infuori che liberati. C'è vita dopo Auschwitz e
questa vita ci appartiene. Faremmo meglio a farne qualcosa di utile. Se c'è
qualcosa che non dovremmo mai fare, questo sarebbe di non uccidere nessuno nel
nome di Auschwitz.
E' invece esattamente ciò che stiamo facendo.
Fonte.www.counterpunch.org/atzmon01292005.html
29/0.02.05
*Gilad Atzmon è nato in Israele ed ha effettuato il servizio militare
nell'esercito israeliano. E' l'autore di un recente
romanzo 'A Guide to the Perplexed'. Atzmon è anche uno dei migliori sassofonisti
europei. Il suo ultimo CD 'Exile? (Esilio) è stato dichiarato il migliore CD
Jazz dell'anno da parte della BBC. Vive a Londra.
NOTE:
[1] Al punto che qualcuno comincia a chiedersi se la commemorazione del 'Giorno
della Memoria' con documentari, cerimonie ufficiali, messe e prediche religiose,
film hollywoodiani, testimonianze, discorsi di politici di tutte le tendenze,
presentazioni di libri, poesie, concorsi nelle scuole, con una lunga e
insistente programmazione di tutte le reti televisive e radiofoniche, con
articoli di prima pagina di tutti i quotidiani, manifesti, ecc non corra il
rischio di diventare controproducente (ndt).
[2] Arthur Harris (1892-1984) teorico e responsabile britannico dei
bombardamenti sui civili tedeschi tra il '40 e il '
45.
[3] Nè naturalmente il museo spiegherà che questa politica di immigrazione
restrittiva era appoggiata (sembra assurdo ma è vero!) dalla principale
organizzazione sionista americana che per voce di un suo dirigente, Stephen
Wise, con l'approvazione del presidente della Organizzazione sionista mondiale,
Weizman, si oppose all'abolizione delle restrizioni sull'immigrazione ebraica in
America nella speranza che questa immigrazione si dirigesse verso la Palestina
al fine di costituirvi al più presto una maggioranza ebraica e uno stato ebraico
sionista (vedi Lenni Brenner, 'Zionism in the Age of the Dictators' Cap. 13,
edizione Online, dove tutta la vicenda è esposta con dovizia di particolari.)
(ndt).
[4] Questo è vero per la destra di tutti i paesi europei, come ad esempio la
destra di Le Pen in Francia o la destra
austriaca di Haider, ma non per la destra trasformista di AN in Italia. Fini ha
fatto dell'alleanza con Bush e Sharon e del sovvertimento della precedente
politica antisemita i cardini del rinnovamento del fascismo italiano. Fini ha
capito che all'estrema destra oggi conviene adottare la stessa politica
dell'Olocausto adottata dalla destra USA (ndt).
[5] Blair e il partito laburista inglese ne sono gli esempi più eclatanti (ndt).